A distanza di sessant’anni ricorre l’anniversario dell’esordio nel motomondiale di Giacomo Agostini: a Monza l’inizio della leggenda.
Sono passati la bellezza di sessant’anni da quando la storia del motomondiale è campionata per sempre ed è iniziata la leggenda: ben prima di Valentino Rossi, Pecco Bagnaia e tanti altri motociclisti, a strabiliare tutti in sella ad una moto è stato Giacomo Agostini.
Correva l’anno 1963 quando, il 15 settembre, Agostini fa il suo debutto in pista a Monza, nella sua prima gara del Motomondiale: tutti gli appassionati sanno poi che, di lì a poco, avrebbe davvero fatto la Storia.
Un campione indimenticato Agostini, un modello a cui guardare ancora oggi dopo più di mezzo secolo: cosa successe in quella storica prima gara, dai problemi alla moto e non solo.
Giacomo Agostini, sessant’anni dall’esordio al Motomondiale: un pilota leggendario
Nato a Brescia nel ’42, Giacomo Agostini corre sin da bambino e presto fa della sua passione una vera e propria professione; nel ’63, in sella alla Morini 250, fa il suo esordio nel Motomondiale correndo per la prima volta al GP delle Nazioni di Monza.
Dopo aver impressionato alle prove, Agostini alla fine si ritira per la rottura del collettore dello scarico; per più di qualcuno (come si legge anche nel libro di Ianieri edito da La Gazzetta dello Sport) è stato un atto di sabotaggio e alla fine la gara la vinse il compagno di squadra Provini, ma quel giorno è rimasto nella Storia come quello della prima gara ufficiale di una leggenda.
Ad oggi, “Ago” (così come è stato subito soprannominato quel talentuoso giovane ragazzo) rimane ancora il pilota più titolato con 15 campionati iridiati in bacheca e una serie di altri record; dalla vittoria alla 200 Miglia di Daytona (unico italiano a farlo fino ad oggi) al fatto di essere l’unico ad aver vinto un numero di titoli superiore al numero delle stagioni disputate (che sono 13). Tutto è cominciato un giorno di metà settembre e, da quel momento in poi, il mondo del motociclismo non sarebbe stato più lo stesso: ieri come oggi, Giacomo Agostini rimane nel mito.